Lettera ai giudici della CRP – La gatta frettolosa fa i gattini ciechi


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La morte di Laura Columberg e la giustizia : caso chiuso o problema riaperto ?

Parte da oggi una nuova fase del caso Ponte Rosso. Nell’annunciare ieri la sentenza della CRP il sito web della RSI dichiara chiusa la causa (vedi  testo a firma Francesco Lepori ), e dopo aver sentito il parere dell’avvocato Emanuele Verda si dimentica di distinguere la causa penale da quella civile, dichiarando chiusa la causa penale , come se questo chiudesse di fatto il caso Ponte ROSSO. La notizia diventa riferimento per gli altri media che escono stamattina , che ne amplificano la portata , e ne  evidenziano  questa interpretazione. Vi si distingue in questa operazione la Redazione de La Regione .

Una frettolosa conclusione alquanto sospetta.

La mia presente lettera è rivolta ai Giudici della CRP,

Egregi giudici,

La CRP ( Corte dei reclami penali  del Tribunale d’Appello ) che voi rappresentate  è un organo che non può decidere quando una causa è finita, ma solo indicare i termini del problema relativi alla scadenza della prescrizione nel caso di una causa penale. Ed è quanto avete fatto, argomentando con sottigliezza  degna di nota che la prescrizione sarebbe addirittura già arrivata nel 2006 o nel 2008, di fatto affiancando la tattica dilatoria del Procuratore Respini. Vi siete tuttavia dimenticati di spiegare come mai non l’avete mai detto prima. Quisquiglie e pinzellacchere direbbe Totò. 

Per quanto sappiamo, la decisione nel merito potrà sempre essere sottoposta anche al Tribunale federale nei termini di legge.  L’avvocato Verda ha tuttavia voluto significare che, a suo parere, con la  vostra decisione   sulla prescrizione, diventa più difficile pensare di poter giungere ancora ad una conclusione favorevole sul penale , ma ha tuttavia chiaramente indicato che la causa civile continua. Piccolo dettaglio che oggi tanti cercheranno di oscurare. Se i reati sono prescritti dai termini di  legge, questo non significa che il valore  e la rilevanza  civile , pubblica, dei reati scompare. Al contrario : semmai il loro significato e la loro importanza  vengono amplificati proprio dal contesto giuridico che ne ha favorito la prescrizione.

Non pretendo certo di insegnare a Giudici come il dr. Mini, così erudito in materia , come vada interpretata la legge. Mi permetto però di ricordare , che usare la forma per evitare di entrare nel merito dei fatti e della loro rilevanza, è paragonabile al disquisire  sottilmente sull’esistenza di Dio dimenticandosi di dire che non ci si crede. La libertà di pensiero  è un bene prezioso ,  ma il suo esercizio senza l’assunzione della responsabilità individuale di fronte alle conseguenze che a terzi ne derivano , può essere assimilato ad un pericoloso  gioco di potere.  Chi fa una dichiarazione di guerra con il motto “armiamoci e partite”  non può evitare il rischio che qualcuno capisca che sia giusto armarsi, ma non per partire, bensì per  restare e sbarazzarsi di chi gli chiede di andare a morire in guerra contro i propri simili.

Laura Columberg era una persona e non un codice di legge, e la sua morte poteva essere evitata solo se le persone che avevano il potere di decidere avessero assunto correttamente le loro responsabilità pubbliche. Il non averlo fatto allora e il rifiutarsi di farlo oggi è  di fatto una dichiarazione di colpevolezza, al di là di qualsiasi legge scritta.  Se dobbiamo fare in modo che la legge scritta sia sempre al servizio della giustizia, dobbiamo altresì evitare che la Giustizia diventi strumento al servizio del suo contrario. TODO MODO dobbiamo assumerci la responsabilità individuale delle dichiarazioni di guerra.

Bruno Strozzi, ai Chiabi1, 6710 Biasca

membro dell’Associazione Ponterosso

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Informazione per i media

I paradossi dello zelo ( ovvero le sorprese della Provvidenza )

Nel testo della sua sentenza finale sulla morte di Laura Columberg il Procuratore Nicola Respini ha , di sua iniziativa, incluso anche il signor Bruno Strozzi, insieme ai suoi figli Andrea e Michele, quale parte in causa. Chiedo:  i Giudici della CRP non sI sono accorti  di questa irregolarità  formale e sostanziale ?  Può un Procuratore  , senza informare la persona in questione,  trasformarlo in un accusatore ?

La risposta per il pubblico la chiedo alla CRP. La mia risposta è : errare è umano, il perseverare è solo un eccesso di zelo. Il postino suona  solo due volte.

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