Al sindaco di Biasca
Avv. Jean-François Dominé 6710 Biasca
Egregio sig. Dominé,
durante la conferenza che avevamo tenuto a Biasca nel marzo 2008 Lei aveva valutato positivamente la nostra proposta di mettere in funzione, in casi di situazione di emergenza, la vecchia galleria ferroviaria al Ponte Rosso, bloccando la strada cantonale ed organizzando il passaggio del traffico tramite dei semafori. Questo suo apprezzamento sottintendeva che anche lei riconosceva l’esistenza di un pericolo residuo che meritava ancora ulteriori misure di premunizione per rendere sicuro il passaggio in quel punto durante i periodi di forti precipitazioni.
Successivamente la nostra associazione aveva sottoposto al Municipio di Biasca quella stessa proposta tramite lettera, ma da allora non abbiamo più ottenuto risposta.
Durante la discussione in Gran Consiglio sulla mozione Cleto Ferrari e firmatari , che chiedeva la costruzione di una galleria al Ponte Rosso, Lei era intervenuto nel dibattito parlando contro la proposta di galleria e sostenendo sostanzialmente che i lavori effettuati nel 2008 sono sufficienti a garantire la sicurezza in quel punto. Questo suo intervento ci aveva sorpreso: ci siamo chiesti infatti come mai a distanza di un anno Lei avesse cambiato opinione, non riconoscendo più l’esistenza di un pericolo residuo dopo la costruzione della vasca di contenimento sul riale Vallone. Non sarebbe stato più corretto ( pur non accettando l’idea della galleria ) riconoscere tuttavia che un pericolo ancora può sussistere ? Abbiamo quindi pensato che lei avesse voluto ulteriormente “tranquillizzare” qualcuno, ma non riusciamo tuttavia a credere che gli utenti della strada che transitano al Ponte Rosso si sentano più tranquilli dopo questo suo intervento.
Nel nostro comunicato del 22 novembre 2009 ( vedi su www.ponterosso.ch nella sezione “Attualità” ) noi abbiamo indicato le ragioni che ci fanno guardare alla decisione del Gran Consiglio come ad un atto irresponsabile, nella misura in cui nessuno si è chiesto come sia stato costruito il “deviatore” che dovrebbe convogliare la maggior parte delle acque e dei materiali verso la vasca in caso di forti piogge, e quali pericoli quel manufatto lascia ancora scoperti. Se teniamo conto del dimensionamento insufficiente della luce del ponte sulla cantonale , noi crediamo che sia realistico e responsabile attirare l’attenzione della popolazione sul fatto che del materiale trascinato dal riale può ancora arrivare sulla strada, e costituire un pericolo per le persone, e questo malgrado i lavori realizzati.
Abbiamo finora sempre sostenuto che al Comune di Biasca non si possono addebitare responsabilità per i ritardi nel costruire delle opere di premunizione a protezione della strada al Ponte Rosso, dopo l’alluvione del 1993, e continueremo a dire che se responsabilità ci sono vanno cercate altrove. E siamo determinati a portare avanti la richiesta affinché si faccia luce sulle responsabilità per la morte di Ariano Corti nel 1993 e di Laura Columberg nel 2006. Questa storia è piena di contraddizioni, di errori e di silenzi colpevoli , ed è troppo seria ed importante perché noi si debba oggi di nuovo accettare che altri motivi di “opportunità” possano ancora produrre situazioni come quelle vissute. Ecco perché noi consideriamo pericoloso e fuorviante da parte Sua diffondere quello che appare come un inutile “tranquillante ottimismo” a proposito della sicurezza al Ponte Rosso.
Le rivolgiamo perciò pubblicamente tre domande, ricordando la frase che concludeva il testo del Municipio di Biasca in occasione dell’inaugurazione delle opere realizzate nel 2007-2008 sul riale Vallone:
” La popolazione tutta è ora sicuramente più tranquilla perché le opere si sono concluse ed il comparto è finalmente più sicuro.”
Con quel retorico “la popolazione tutta” si era voluto tranquillizzare ipotizzando un consenso generale , preferendo però ignorare che i dubbi sulla sicurezza del Ponte Rosso erano e restano molto presenti in chi quotidianamente transita in quel punto. Le chiediamo: · Aver elogiato in quel testo tutta l’opera svolta per poter arrivare a realizzare quel progetto , dimenticandosi però di parlare dei morti e dei feriti ( e di quanto deciso dal DT nel 1996 quando il primo progetto Filippini era stato rifiutato nel modo sbrigativo che lei sa ) aveva lo scopo di tranquillizzare chi ? · Quando Lei ha poi sentito il bisogno di parlare in Gran Consiglio contro la costruzione della galleria ( durante la discussione della mozione Ferrari ) voleva ancora tranquillizzare qualcuno ? · Quando afferma che oggi la sicurezza è maggiormente garantita intende dire che la “luce” del Ponte Rosso è tale da far passare sotto di sé qualsiasi quantità e dimensione di materiale il riale Vallone potesse ancora trasportare senza creare pericoli sulla strada ? Su questo , Lei condivide l’opinione della Divisione delle costruzioni espressa dall’ing. Pettinari , secondo cui il ponte era stato costruito tenendo conto della dimensione effettiva dei materiali che il riale poteva convogliare a valle ? La ringraziamo per la sua risposta. Con i nostri cordiali saluti.Per Associazione Ponterosso : Alfredo Quarta Enzo Ritter Bruno Strozzi
…sempre in attesa della risposta ….Ci sorge un dubbio, ma non ve lo diciamo noi. Forse qualcuno ha capito …
Siamo sempre in attesa della promessa risposta da parte del sindaco di Biasca o del Municipio …. Aspettiamo che piova…