Un caso tragico ce l’ha fatto scegliere, ma il significato del nostro nome è diventato quello di un “ponte” da lanciare attraverso le informazioni per costruire nuovi collegamenti tra i fatti che accadono nel mondo , e tentare di far passare un nuovo modo di leggere la realtà. Niente di nuovo sotto i ponti si potrebbe obiettare. Ebbene sì, però da sempre il “nuovo” sta in una diversa lettura del “vecchio” , per scoprirvi sempre nuovi significati. Che tutto questo debba avere il segno rosso, non è obbligatorio. Ma a noi piace pensare che , solo se siamo capaci di reinterpretare i valori legati all’antico “rosso”, potremo far nascere una nuova primavera piena di colori.
Sì lo trovo pertinente. Un blog non solo legato ai luoghi, ma anche alle persone. Pretenzioso, ma pertinente 🙂
Un sorriso di incoraggiamento
Ross
Grazie per l’apprezzamento. Noto il tuo giusto rilievo , nel senso che è “pretenzioso”. Sono d’accordo. Personalmente “pretendo” molto da questa idea, perché la ritengo una maniera di a) valorizzare diversamente determinati fatti b) far crescere la necessità di non cristallizzarsi sui significati codificati e dati per acquisiti c) indirizzare la ricerca del senso delle parole verso la rilettura della loro origine storica concreta. Tutto questo però non può essere semplicemente “teorizzato” , ma bisogna metterlo in pratica. E solo su una pratica concreta si può riflettere per cercare la via. Che resta sempre un obiettivo da riposizionare mano mano che si procede. Noi ci stiamo provando ? Direi che per ora solo stiamo cercando una possibile strada,
Il tuo secondo rilievo stimolante lo leggo in quel “non solo legato ai luoghi , ma anche alle persone”. Questo è l’aspetto più difficile da presentare come “novità”. La storia l’hanno sempre fatta solo le persone con i loro bisogni, le loro passioni, le loro scelte nel bene e nel male. Purtroppo la storiografia “sociale” ancora stenta a fare una sintesi tra i bisogni “individuali” o “soggettivi” e quelli definiti “sociali” in quanto riferiti alle collettività. Questa sintesi viene più chiaramente rappresentata dalla grande letteratura. L’unico tentativo di riflessione che io conosca su questo tema ( la letteratura come strumento di conoscenza ) è quella di Enzo Paci negli anni Cinquanta / Sessanta. Difficilmente riproponibile oggi in quei termini, tuttavia ricca di illuminanti suggestioni, per chi se la sente di imparare a leggere quella tematica con il linguaggio di un “filosofo”.
Qui sul nostro blog per ora tutto questo a malapena si intravvede, come intenzione. Bisognerà provare ad approfondire, per il tempo che ancora ci è dato.
A proposito: quale vuol essere il tuo obiettivo con la “rubrica” “Un libro al giorno” ?
http://laltrametadelcielo.wordpress.com/2010/09/07/un-libro-al-giorno-93/